lunedì 30 maggio 2011

Storie di una 24 ore




Riporto qui di seguito quanto scritto da una delle 4 ragazze del Team Pink Freeride.
4 Ragazze speciali ed una ( a sinistra in foto ) che su mtb forum risponde al nick di Bikerdipezza e' riuscita a condensare emozioni stati d'animo angosce sensazioni di un evento unico ed incredibile come la 24 ore di Finale che ancora adesso mi fa venire la pelle d'oca ...
Chissa' che leggendolo qualcuno di voi ...
l'anno prossimo ...
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" La 24 ore di Finale è un evento agonistico speciale, il più speciale che io conosca. Ho sempre desiderato raccontarlo, descriverlo, trasmettere ciò che è realmente aldilà della cruda componente agonistica. Ogni anno quando cerco adepti per popolare il mio team, vorrei saper descrivere loro la 24 ore di Finale Ligure così bene come hanno saputo farlo la penna di bikerdipezza e l’occhio di BazOOka nel testo che segue. Leggerete la storia della 24 ore di Finale Ligure 2011, vissuta da un team agonista di 4 ragazze che ha affrontato l’evento nel pieno spirito che gli compete, a partire dalla fase preparatoria, sino ad arrivare alla soddisfazione finale, passando per la dura partenza in spiaggia a Varigotti, il nuovo percorso davvero impegnativo, la fatica, il sudore, l’allegria dell’accampamento e tutto il resto che leggerete più sotto.

La 24 ore di Finale NON inizia Sabato 21/05 alle 13.00 per terminare Domenica 22/05 alle 13.00.

O meglio parrebbe indicare questo l’orologio elettronico affisso in zona cambio che all’una di Sabato parte in un conto inesorabile alla rovescia, portandosi via secondo/minuto/ora dopo secondo/minuto/ora sorpassi, forature, sforzi, cadute, curve e scalate dei 2000 biker.

La 24 ore inizia molto prima disegnandosi nelle menti dei rider tanto quanto nelle menti degli organizzatori che realizzano una vera e propria macchina per il divertimento: così chiamerei l’evento sportivo più entusiasmante che conosco.

Noi rider pensiamo a formare la squadra, al nostro programma di allenamento e a quello dei compagni, a provare il percorso, a dove accamparci, a cosa portare per noi e per gli altri. Finita la gara per giorni ripercorriamo nella mente i sentieri, rivediamo gli scorci e aspettiamo le foto che fotografi zelanti hanno scattato mangiando e respirando con noi la stessa polvere.

La tela su cui pedaliamo è azzurra come il mare di Finale, è verde come la macchia mediterranea e rossa come la polvere delle Manie. Attorno al quadro della gara, un pullulare di tende, di stand, di grigliate, di bambini, di risate, di cani, di brindisi e una musica avvolgente che intrattiene parenti, amici e tifosi e carica noi biker ogni volta che nei nostri giri lasciamo l’impronta polverosa delle gomme sul palco della 24 ore.

Agonisti e non, chi sfida gli altri e chi sfida se stesso, chi porta parrucche nere, rocce sulla schiena e tutù rosa e chi ha divise seriose con nomi di team di pregio, chi va con bici da enduro e tandem e chi ha bici che si sollevano con un dito, soli o in team da 4, da 8 e da 12: tutti sudano in un anello di 12 Km per 340 metri di dislivello nell’edizione storicamente più dura dal punto di vista tecnico. Io sono con la mia squadra Pink Freeride, un team femminile da quattro: il nostro strepitoso capitano Laura, con più esperienza di 24 ore, la nostra bomba australiana Kerrie e Ylenia, alla loro prima endurance.

E’ meraviglioso condividere un’esperienza simile, gioire per le “imprese” comuni insieme. Per l’organizzazione Laura ed io ci siamo sentite tutti i giorni per settimane, proprio quando avremmo dovuto allenarci insieme, ma ero ferma per problemi di salute e incrociavo le dita ogni giorno per non perdermi questo evento, che amo e che aspetto dall’anno scorso. Giovedì la topologia degli accampamenti prende forma. Da Domenica infatti è stato un martellare di paletti e un fettucciare per accaparrarsi la piazzola più adatta ai propri gusti. Venerdì provo il pezzo nuovo. E’ un saliscendi continuo, un mix di curve in singletrack che scorre tra gli alberi, incontri diverse passerelle di legno sulla roccia costruite a regola d’arte e pezzi molto stretti. Che artisti i costruttori dei sentieri!

Ma sale la preoccupazione perchè so che a causa del mio allenamento riuscirò ad essere veloce solo in discesa e che in salita sarà tutto un “destra/sinistra” dei biker capaci e allenati.

La gara è stata meravigliosa. Faticosa. Ma meravigliosa. Nei miei 6 giri ho visto gli extraterrestri, i soli che pedalano instancabili nelle rampe; ho visto i paesaggi più belli del mondo e il mio sogno sarebbe potermene innamorare sempre come ogni volta che pedalo aprendo la finestra di casa mia. Ho visto un biker incastrato nei rovi in prossimità di una salita: non ha saputo spiegarmi come avesse fatto. Avrei voluto vedere l’alba e il tramonto ma i miei turni erano nel solleone e nella notte nera. Ma una fetta di gioia è stata quella fetta di luna che illumina il mare e l’isola di Bergeggi a ricordare che la natura è più luminosa della città in lontananza.

Ringrazio gli amici incontrati nei sentieri: i vostri “dai ale” sono stati bicchieri di acqua fresca.

Ho sentito l’eco delle voci, quel tifo avvolgente che ti spinge chiunque tu sia perchè la gran parte della gente che viene a vedere sa che stai facendo la tua piccola o grande impresa. Ha ragione enrilefou: è tutto in proporzione. E’ una faticaccia assurda per tutti. Hai respirato polvere, sotto il sole cocente e nel buio pesto, nel caldo e nel freddo, non hai dormito, hai incitato i tuoi compagni di squadra e incoraggiato i concorrenti leali e più forti che ti hanno sorpassato. Noi del Pink Freeride siamo il secondo team femminile (i team femminili fanno categoria unica), ma abbiamo vinto tutti. Tutti quanti. E questo lo leggi nella stanchezza mista a felicità dipinta in tutti i visi, di organizzatori e rider.

Mi restano tanta gioia e un casco da dirt come premi: un invito a darmi ai drop? Accolto!

Alla prossima 24 ore! "

1 commento:

  1. ha ragione mia moglie: quando sei li tutto scorre fluido e naturale, non sembri neanche coinvolto, ti rilassi e corri, ti concentri e mangi, ti riposi e ti risvegli. Poi torni a casa e ti arriva tutto addosso, un mare di emozioni pazzesco.
    E' la 24H. E' Finale. Solo chi c'è stato e c'è, lo sa. E per esserci bisogna avere le palle...

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